Il contesto normativo

La disciplina di riferimento

Codice della crisi

di impresa e dell’insolvenza

Tali procedure, introdotte per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico dalla L. 3/2012, sono oggi disciplinate dal D.Lgs. 14/2019, recante il nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, nella sua attuale e vigente versione risultante dalle modifiche apportate dal primo (cfr. D.Lgs. 147/2020) e dal secondo (cfr. D.Lgs. 83/2022) decreto correttivo.

Il Codice della crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) è una norma che facilita alle imprese e agli imprenditori sani di prevenire l’insolvenza di fronte a difficoltà finanziarie o eventi imprevedibili e che allo stesso tempo mira a offrire agli imprenditori insolventi una seconda opportunità.

Il codice della crisi è stato emanato con il DL n.14 del 12 gennaio 2019 in armonia con la direttiva (UE) 2019/1023, ed è entrato in vigore nella sua forma odierna con le modifiche contenute nel DL n.83 del 17 giugno 2022.

Per rappresentare al meglio il cambiamento di paradigma che il legislatore ha messo in atto con il Codice della crisi rispetto alla precedente norma fallimentare, si può parlare di confronto tra vecchio e nuovo mondo.

Nel vecchio mondo l’attenzione della norma era rivolta unicamente alle aziende in stato di insolvenza, che fallivano, mentre in quello nuovo l’attenzione è focalizzata sulle imprese sane, valorizzando la continuità aziendale in quanto bene giuridico da tutelare.

Quindi, il passaggio è dalla morte alla vita dell’impresa e tutto ruota intorno al concetto di azienda sana, ovvero dotata di concrete prospettive di risanabilità e opportunità—il cosiddetto ‘fresh start’ già previsto nel chapter 11 del Bankruptcy Code anglosassone—a tutela della continuità di attività e utili.
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